Tutti noi normalmente serriamo i denti durante la giornata. Si parla di parafunzione quando la forza è eccessiva e l’atto viene compiuto non per scopi funzionali, come mangiare o deglutire.
Il termine BRUXISMO indica una parafunzione e non una malattia che racchiude nel suo ambito sia il fenomeno del serramento che l’azione di digrignamento dentale.
Per prima cosa dobbiamo sapere che esistono due manifestazioni in relazione al ritmo sonno-veglia: il bruxismo del sonno ed il bruxismo della veglia che hanno caratteristiche diverse e che necessitano di differenti approcci.
Sulla base delle attuali conoscenze, il bruxismo del sonno può avere molteplici cause ed essere associato a vari fattori e condizioni cliniche, come le apnee notturne, il reflusso gastrico, l’utilizzo di alcuni farmaci.
Il bruxismo della veglia ha come causa principale le condizioni psico-emozionali, che possono essere molteplici: ansia, stress, paure, preoccupazioni, così come gli stati emozionali: rabbia, rancore, risentimento ecc.
Importante sottolineare che la forma della dentatura non ha alcun ruolo nella genesi del bruxismo.
In base alle caratteristiche individuali, il soggetto può manifestare solo il bruxismo del sonno, solo quello della veglia oppure entrambi.
Per questo motivo un’attenta valutazione da parte di un dentista esperto in bruxismo è pressoché indispensabile per poterlo valutare e trattare correttamente.
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Il bruxismo e l’attività muscolare
Con gli studi più recenti, è stato compreso che l’attenzione va spostata dai fattori “periferici” ai fattori “centrali”, i così detti fattori bio-psicosociali.
Oggi sappiamo molto bene che i denti sono le vittime del bruxismo e non la causa.
Psiche e tensione muscolare
Le persone che manifestano soprattutto il bruxismo della veglia, hanno l’attitudine ricorrente di scaricare sui muscoli del viso, e soprattutto su quelli masticatori, molte delle proprie tensione emotive.
Con il passare del tempo, il sovraccarico legato al lavoro muscolare può diventare sintomatico manifestando segni di affaticamento, tensioni o contratture che possono, in alcuni casi, ridurre o impedire i normali movimenti di apertura e chiusura della bocca, fino a bloccarla.
Per questa ragione l’attenzione va concentrata sulla gestione di queste tensioni.
Per prima cosa, il soggetto deve imparare a riconoscere queste tensioni (aspetto cognitivo) e poi deve imparare a gestirle (aspetto comportamentale) modificando le abitudini errate.
Bruxismo e consapevolezza
La valutazione e la gestione del bruxismo sono quindi, in prima battuta, un atto di autoconsapevolezza della propria condizione di tensione emozionale e muscolare.
Per far questo oggi la tecnologia ci viene in soccorso tramite l’utilizzo dei comuni telefonini che ormai tutti possediamo.
Il bruxismo del sonno
Diverso invece è il discorso riguardante il bruxismo del sonno, nel quale vengono utilizzati i cosiddetti “bite”. L’uso di questo dispositivo intra-orale può risultare utile nelle prime fasi di gestione di un paziente.
La sua prescrizione però deve essere eseguita a seguito di un’attenta valutazione del dentista esperto in bruxismo.