COME SCEGLIERE UN IMPIANTO?
Gli italiani preferiscono sempre di più le moderne tecniche di implantologia rispetto a ponti e altre strutture mobili, per ragioni estetiche e per un risultato finale buono e duraturo.
Perdere uno o più denti rappresenta un problema fastidioso, che genera disagio psicologico e limitazione funzionale della bocca. Inoltre la riduzione del volume osseo circostante può causare un invecchiamento precoce dei tratti somatici del viso, oltre alla più complessa e costosa tecnica di rigenerativa ossea che potrebbe essere evitata agendo tempestivamente. Nel passato si ricorreva a protesi e ponti tradizionali che rendevano gli interventi di riabilitazione più immediati ma nello stesso tempo più invasivi, in quanto per riabilitare la zona edentula (cioè senza denti) venivano intaccati (da protesi o rivestimenti) gli elementi dentari adiacenti.
Attualmente invece i dentisti, con vantaggi sempre maggiori per i pazienti, sono in grado di proporre una riabilitazione tramite l’inserimento di uno o più impianti osteointegrati, che vanno a sostituire completamente e in modo definitivo i denti persi senza interessare la dentatura circostante. Tutto ciò grazie a una radice dentaria artificiale realizzata con materiali biocompatibili.
I costi dell’intervento per i pazienti rappresenta un problema?
I costi sono diventati un problema anche per i dentisti in quanto esistono più di 1500 tipi di impianti che coprono un’ampia gamma di prezzi. È quindi il dentista a dover scegliere l’impianto e a fornire poi al paziente informazioni sulla certificazione e qualità.
Guai a fidarsi di impianti a basso costo; molti colleghi possono essere indotti in tentazione dalla richiesta dei pazienti di spendere meno. Per dare un’indicazione di valore economico credo sia corretto dare informazione di quello che riporta il nomenclatore e tariffario Andi 2009, range tariffario rilevato per singolo impianto osteointegrato 700-1.250 € a cui bisogna aggiungere il moncone individuale il cui range è di 150-460 €. A questo bisogna ancora sommare il costo della corona, che può essere eseguita in varie tipologie di materiale.
Come fa un paziente a sapere quale implantologia sia a basso costo o quale il prodotto scadente a prezzi elevati?
Il problema è che il paziente non si informa abbastanza: le semplici domande Che tipo di impianto è? Dove lo fanno? Da quanti anni lo usa? L’azienda investe nella ricerca scientifica? Sono più che lecite e mettono subito il professionista a proprio agio o meno a seconda della preparazione specifica nel settore.
Insomma se uno vuole, può benissimo informarsi, perché per un computer e un telefonino sì e per un impianto no?
Aggiungerei a questo un semplice decalogo:
- Affidarsi ad un professionista che abbia svolto corsi di specializzazione specifici nel campo dell’implantologia.
- Verificare con il dentista se il proprio stato di salute sia o meno compatibile con l’intervento di posizionamento dell’impianto.
- Discutere in maniera approfondita sulle procedure e sui tempi di trattamento.
- Discutere delle alternative possibili per assicurarsi che il trattamento con impianti sia la scelta terapeutica più adeguata.
- Esigere notizie sul tipo di impianto da inserire nell’osso.
- Trattare tutte le altre patologie della bocca presenti, prima di effettuare l’intervento di implantologia.
- Sottoporsi ad esami preliminari accurati, incluse radiografie o tomografie computerizzate (quando necessarie).
- Diffidare dei costi troppo bassi. L’implantologia è una procedura ad alta valenza tecnologica: richiede tempo, professionalità, strumenti e materiali adeguati.
- Farsi rilasciare un certificato dal dentista sulla tipologia implantare utilizzata.
- Alla fine del trattamento sottoporsi a visita periodica di controllo e sedute di igiene professionali cadenzate per il mantenimento della salute della dentizione naturale e degli impianti.
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